L’alcolismo è un disturbo mentale che porta a numerosi processi patologici e cambia il modo in cui funziona il cervello. Quando beviamo, arriva allo stomaco e passa attraverso il muco dello stomaco nel flusso sanguigno. Il sangue lo trasporta attraverso il corpo in tutti gli organi e parti del corpo. Con questo diventa chiaro che il consumo di alcol a lungo termine provoca numerose lesioni all’intero organismo, ad esempio:
- Danno del sistema nervoso: estinzione delle cellule cerebrali nella corteccia e conseguentemente il declino morale, mentale, il cambiamento di personalità, l’acriticità, l’oblio;
- Danno del cervello minore: disturbi nell’equilibrio e tremolo della dita
- Danno ai nervi periferici (ictus instabile, paralisi);
- Epilessia alcolica;
- Carie, parodontite;
- Danno al sistema cardiovascolare;
- Danno al sistema digestivo;
- Disturbi psicologici (sbalzi d’umore, depressione, delirium tremens – agitazione psicomotorica, ansia, disorientamento completo nel tempo e nello spazio e le allucinazioni di animali piccoli o insetti caratteristici, gelosia patologica ed altro).
Gli atteggiamenti verso il bere si formano già nell’infanzia e nella prima adolescenza, e questo è molto comune nel modello di identificazione con i più vicini. L’alcolismo in quanto tale è una malattia di famiglia. Sfortunatamente da secoli, abbiamo un rapporto positivo con il consumo di alcol ed un atteggiamento tollerante verso “alcolisti discreti”, i cosiddetti alcolisti funzionali (persone che funzionano bene sia al lavoro che in famiglia ed i quali non sono percepiti come alcolisti dall’ambiente ma come persone a cui piace bere).
Cosa c’è di così affascinante nell’alcol?
L’alcol ha l’effetto di “rompere” i freni interni anche con delle piccole quantità (da 0,2 a 0,3 per mille) crea il senso di rilassamento, la perdita di timidezza. Tale stato psicologico incoraggia la coscienza sociale e rende più facile avvicinarsi alle altre persone. Allo stesso modo, l’alcol libera da sentimenti di stanchezza, sfinimento, noia e porta la persona in stati emotivi piacevoli. Aumentando la quantità d’alcol, fino ad una certa misura, l’euforia cresce e crea una sensazione di onnipotenza e di libertà così come un sentimento che tutto si può raggiungere con facilità. Una persona ubriaca accetta rapidamente un’immagine più bella e idealizzata di sé stesso. Coloro che lo sperimentano una volta dopo la nausea ed il brutto confronto con la realtà hanno la necessità di ripetere la stessa emozione di falsa onnipotenza. Il desiderio di provare un effetto simile a quello precedente aumenta sempre di più. Come con qualsiasi altra dipendenza, nel caso dell’alcol, la tolleranza cresce rapidamente e sono necessarie quantità crescenti per lo stesso effetto. D’altra parte, l’azione dell’alcol è più breve e meno simile a quello iniziale. L’ubriachezza “libera” una persona dei propri obblighi e responsabilità, “libera” l’identità dei ruoli sociali in modo che tutto l’ambiente soffre a causa dell’ alcolista che brevemente sta bene. Nella fase di ubriachezza, l’unica cosa che viene raggiunta dall’alcol sono le lacune emozionali e la cecità. Durante una tale situazione, l’alcolista è completamente disinteressato a tutto ciò che gli sta accadendo intorno.
Come capire se una persona è dipendente dall’alcol?
Diciamo che una persona sia dipendente dall’alcol quando si verificano i seguenti sintomi:
- ha un desiderio irresistibile di bere gli alcolici;
- perdita di controllo, cioè incapacità di smettere di bere l’alcol una volta che si inizia (un alcolizzato non può bere un bicchiere di bevanda e fermarsi, ma continua ad ubriacarsi);
- l’aumento della tolleranza, ovvero la necessità di aumentare la quantità di alcol per ottenere lo stesso effetto;
- trascurare gli obblighi quotidiani, la famiglia, gli amici e gli affari;
- segni di dipendenza fisica (crisi d’astinenza) quando si smette di bere – mani tremanti, sudorazione, nausea, ecc.;
- la continuazione del bere nonostante la consapevolezza di quanto sia dannoso.
Giovani ed alcol
A differenza degli adulti, i giovani bevono raramente, ma quasi sempre sono intenti ad ubriacarsi. La loro visione del mondo non riconosce i rischi oggettivi, e nell’alcol vedono una possibilità che li dà relax e spontaneità. Siccome è impossibile prevedere completamente come l’alcol influisce sulla mente ed il corpo, il suo consumo è particolarmente rischioso per gli adolescenti che non hanno le capacità di giudizio e si confrontano con lo stress associato al consumo di alcol. È importante sapere che gli adolescenti non parlano di alcolismo, ma di abuso di alcol ed il rischio del bere precoce. Le conseguenze a lungo termine dell’abuso di alcol in età adolescenziale sono piuttosto devastanti dal momento che è un periodo di intensa crescita e sviluppo. Un particolare pericolo sta nel fatto che questo è un periodo di intenso sviluppo del lobo frontale del cervello. Il lobo è incaricato di pianificare, pensare, risolvere problemi, riconoscere e gestire emozioni e abilità sociali. Il cervello di un adolescente non è solo vicino alla maturità, ma le masse grigie e bianche attraversano grandi cambiamenti strutturali dopo la pubertà. Pertanto, il consumo di alcol durante questo periodo delicato di produzione di corpus cerebrale avrà conseguenze durature e gravi per il futuro funzionamento dell’individuo. Con effetti a lungo termine del consumo di alcol, esistono anche molte conseguenze a breve termine, come ad esempio: sbalzi d’umore – l’alcol è un depressore del sistema nervoso centrale e, come tale, crea una sensazione di stordimento e apatia, sonno agitato, intossicazione da alcol con conseguenze pericolose, rendimento scolastico più povero, percezione e coordinamento distorti, giudizio inadeguato che può portare ad incidenti, problemi con la legge ed altre forme di comportamento a rischio (es. gravidanza indesiderata, consumo di altre droghe illecite, infrazioni stradali ed incidenti).
Siamo ipocriti nei confronti dei nostri figli?
Molti genitori non sono sicuri di quando e come parlare con i propri figli su argomenti come lo è l’alcol. Alcuni genitori pensano che questo non debba essere nemmeno pronunciato se tutto va bene per paura che la conversazione non diventi un fattore scatenante. Tuttavia, non siamo consapevoli del fatto che li stiamo inviando un messaggio anche con un comportamento tale quando si evita l’argomento. Consumandolo in realtà è “ne parliamo” anche quando stiamo zitti. L’alcol è onnipresente e la casa dei genitori è sempre in primo luogo da cui derivano abitudini e cultura del bere. Certo, il problema con la sua complessità va oltre i confini della casa familiare, ma il fatto è, comunque, che la mancanza di supervisione familiare è la ragione principale per cui i giovani si ubriacano.
Gli stessi bambini dicono che i primi sorsi d’alcol li hanno provato a casa dei genitori. Per questo motivo, il genitore è obbligato a parlare con i bambini d’alcol. Non è mai troppo presto per iniziare a parlare di questo argomento, poiché i bambini da soli fanno molte domande e spesso mostrano interesse per l’alcol. Ovviamente mostrano interesse soprattutto se davanti a voi avete un bicchiere di alcol. Si chiedono cosa state bevendo, qual’è l’odore ed il sapore. Voi li siete importanti, quindi tutto ciò che fate per loro è importante, sin dalla prima tappa. Pensiamo un po’ meglio all’interno della nostra cultura si è soliti adorare l’alcol ad ogni occasione, e spesso durante le feste di compleanno dei bambini. Come potete anche soli dedurre la storia dell’alcol con molti di noi inizia molto presto e ne parlano proprio i genitori ed altre persone importanti ai bambini. È importante lasciare che i bambini vedere quanto sono sensibili all’alcol e quanto l’alcol sia dannoso (ovviamente, il tutto in conformità con l’età del bambino). È altrettanto importante rispondere alle sue domande perché così chiaramente indicate che le domande siano benvenute. A poco a poco, in più occasioni, parlate con i bambini sull’argomento. Insieme, fissate i limiti e le regole che volete che i bambini rispettino. È così che si imposta una buona base per i giorni dell’adolescenza.
Mentre gli adolescenti amano contrastare le regole, loro d’altra parte, a modo loro, le cercano e ne hanno bisogno perché sono strutture che forniscono loro un senso di sicurezza. Con tutte le prove si cerca di mostrare che le famiglie in cui ci sono delle regole chiare circa il bere (o le conseguenze in caso di violazione di queste regole) portano via i bambini che hanno un atteggiamento sano nei confronti di alcol. Siccome in questa fascia di età iniziano le prime uscite e l’influenza dei coetanei è in crescita, qui ci sono alcune linee guida che possono essere d’aiuto a parlare con il vostro adolescente:
Prima di iniziare a parlare, prendetevi un po’ di tempo con sé stessi. Pensate a ciò che è importante per il vostro bambino da capire, riflettete sulla propria esperienza e l’atteggiamento che avete nei confronti dell’alcol. Voi conoscete bene il proprio bambino, quindi considerate le sue possibili reazioni e preparatevi ad essere in grado di reagire in modo appropriato. Preparatevi a delle domande che vi potrebbe porre il vostro figlio, ad esempio quando avete iniziato a bere l’alcol? Vi siete ubriacati?…. Siate onesti con le proprie risposte. Se occasionalmente avete bevuto troppo, indicate le conseguenze che questo ha avuto. Se però non consumate l’alcol, istruiteli come siete riusciti a resistere alla pressione dei coetanei, quello che vi ha motivato ed aiutato in questo.
Chiedete al vostro adolescente cosa sa dell’alcol e cosa pensa del perché i giovani bevano così tanto oggi. Ascoltate attentamente e non interrompetelo perché il ragazzo allora si sentirà accettato. Il suo pensiero sull’alcolismo vi sarà una buona introduzione, che vi mostrerà in che direzione condurre la conversazione.
Controllate le proprie emozioni se sentite cose che non vi piacciono. Ma lasciatevi alle emozioni e indirizzale in modo costruttivo.
Date un paio di fatti brevi e chiari sulla nocività dell’alcol e sulle conseguenze del bere precoce.
Determinate insieme le ragioni per cui il bere è nocivo(ad esempio, il calo della rendimento scolastico, i risultati più poveri nello sport -se il bambino è attivo in qualche sport e cose simili).
Parlate di come il ragazzo può rifiutare le bevande alcoliche nella propria compagnia, senza sentirsi svantaggiato.
M Sc Sandra Milotti Ašpan,
psicologa della Città sana di Parenzo